Uranio impoverito

Promiseland -

\”Sono stato in missione in Somalia. Quando sono tornato, io e mia moglie abbiamo deciso di avere un figlio, questo bambino è nato con una grave malformazione fisica: aveva il palato aperto fino alla faringe\”. Intervistato da Sigfrido Ranucci parla per la prima volta uno dei militari italiani impegnati nelle missioni in Somalia e nei […]

\”Sono stato in missione in Somalia. Quando sono tornato, io e mia moglie abbiamo deciso di avere un figlio, questo bambino è nato con una grave malformazione fisica: aveva il palato aperto fino alla faringe\”.

Intervistato da Sigfrido Ranucci parla per la prima volta uno dei militari italiani impegnati nelle missioni in Somalia e nei Balcani, in zone bombardate con armi all\’uranio impoverito, cha hanno avuto figli con malformazioni genetiche.

\”Io e mia moglie – dice ancora il militare – siamo andati dai medici per capire se questa malformazione dipendeva da noi ma le analisi hanno escluso tare di tipo genetico che avrebbero potuto causare questa malattia. Nel frattempo avevo saputo che altri colleghi avevano avuto problematiche analoghe: c\’era che aveva avuto figli con problemi alla schiena chi al palato chi ai reni. Addirittura un colega aveva rinunciato a riconoscere il figlio, tanto era rimasto sconvolto\”.

Il militare che è ancora in servizio, racconta poi a Rai News 24 di aver denunciato la vicenda al proprio comando, ma di avere ricevuto ordine di non parlare perché altrimenti sarebbe stato trasferito.

L\’intervista prosegue così:

D: Perché ha deciso di raccontare la sua storia?
R: Io penso che la storia del collega che non ha voluto riconoscere il figlio è talmente sconvolgente, alcuni di noi hanno accettato la malattia e abbiamo capito che non dipende da noi.
D: Erano tutti colleghi che erano stati in missione?
R: Erano colleghi che erano stati in Bosnia, Somalia, Balcani.
D: Lei ha sospetti che questa malformazione sia stata causata dal fatto che abbia frequentato posti bombardati all\’uranio impoverito?
R: Sì, io e gli altri colleghi siamo stati in siti bombardati dall\’uranio.
D: Lei era a conoscenza di questo documento dal 1993 con il quale il Pentagono informava le truppe sulle precauzioni per l\’utilizzo di armi all\’uranio impoverito? (nel video si vede documento 1993 Somalia).
R: No, l\’ho saputo solo dopo che c\’erano documenti americani, io ricordo che in Somalia c\’erano gli americani con strane tute e la cosa mi sorprese perché faceva caldissimo.
D: Lei è ancora in servizio?
R: Sì.
D: Davanti a un magistrato parlerebbe?
R: Sicuramente sì.
D: Perché?
R: Io chiedo solo che qualcuno ci dica perché mio figlio è nato in queste condizioni. Io non so se dipende dall\’uranio impoverito o da altre cose. Vorrei solo che qualcuno ci dicesse la verità.

Tratto da: www.rainews24.it


“Abbiamo sbagliato tutto. Se venti persone sono morte e più di 200 si sono ammalate è anche colpa nostra. Colpa del governo, di noi politici”

Si apre così, con le parole dell’onorevole della Lega Nord Edoard Ballarman, questore alla Camera, la conferenza stampa sull’uranio impoverito tenutasi ieri a Montecitorio. “Non sono più malati immaginari. La colpa è dell’uranio. Ci sono le prove”, ha concluso.
Nel corso degli anni dai ministeri coinvolti sono arrivati segnali discordanti. Mentre l’allora ministro della Difesa Sergio Mattarella diceva che sulla pericolosità dell’uranio non c’era prova, in quello stesso periodo, gennaio 2001, il ministero dell’Ambiente diramava una direttiva in cuoi sottolineava: “L’uranio impoverito è chimicamente tossico. Pericoloso soprattutto per inalazione e ingestione di articolato derivante dalla collisione del proiettile con un blindato a altra superficie resistenteSi raccomanda di non raccogliere i proiettili e si consiglia di non tenere in tasca i proiettili o in uno zaino in prossimità del corpo”.
Invece martedì il portavoce del sottosegretario alla Difesa, onorevole Salvato Cicu, ha detto a METRO: “Ancora con questa storia dell’uranio? Ma non fa male”
E’ del 1984 infine un documento della Nato che informava i paesi membri della pericolosità chimica e fisica dell’uranio. “Chi sapeva ed ha taciuto, paghi” dice Falco Accame, dell’associazione Assistenza Vittime Forze Armate. “E’ un crimine contro l’umanità” dice Alfonso Pecoraro Scanio che in un’interrogazione al ministro della Difesa e a quello degli Esteri Franco Frattini chiede di sapere “quali interventi il governo intenda attuare per verificare gli eventuali danni ai militari ed ai civili della missione umanitaria italiana in Irak”. Inoltre esponenti della maggioranza e dell’opposizione hanno chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta per studiare il caso dei bambini malformati. Figli di militari, per verificare perché le informative emanate dai vertici militari non siano mai arrivate alla base. “Il materiale raccolto sarà inviato al presidente Ciampi”, dice Domenico Leggero, dell’Osservatorio per la Tutela dei Militari, “è lui il capo supremo delle forze armate ed è lui che dovrà scoprire la rete di connivenze che hanno nascosto per anni il pericolo dell’uranio”

SCHEDA

Venti soldati italiani morti e 250 ammalati di cancro dopo le missioni di pace nei Balcani ed in Somalia. Imputato numero uno è l’uranio impoverito, metallo pesante utilizzato nei proiettili per la sua grande capacità perforante;
La dottoressa Gatti dell’università di Modena (presente ieri alla conferenza) a capo di una equipe internazionale che studia le nanopatologie, ha trovato nei tessuti bioptici dei malati molecole di metalli pesanti di forma tondeggiante: E’ dimostrato che queste molecole sono il frutto dell’esplosione dell’uranio. Infatti solo tale materiale esplode a temperature superiori a 3000° e la forma tondeggiante dlle molecole non potrebbe essere ottenuta altrimenti;
Alla stessa collusione erano già giunti scienziati americani già nel 1984.

LA GIUSTIZIA
Denunce alla Corte internazionale dei diritti umani

Una denuncia penale per ogni vittima della Sindrome dei Balcani ed una inviata alla corte Internazionale dei Diritti dell’Uomo

E’ questa la strategia dello studio legale Tartaglia di Roma che sta seguendo le cause di servizio intentate dai militari e dalle famiglie delle venti vittime della Sindrome dei balcani. “Cause di servizio riconosciute in prima istanza”, dice l’avvocato Angelo Tartaglia, “per i motivi più diversi: stress, inalazione di solventi, mai per l’uranio. E poi in seconda istanza, quando effettivamente i soldi devono essere messi a disposizione delle famiglie, le cause di servizio vengono bloccate”.
Non solo in Italia, comunque, la Sindrome dei Balcani, ma anche in Francia, dove una trentina sono i morti. “Per questo abbiamo preparato la denuncia alla Corte Internazionale : perché ci sia coscienza che questo è un problema di tutti”

Testo di Stefania Divertito

Tratto da Metro, giovedì 29 maggio 2003

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